martedì 30 ottobre 2012

Lo scheletrello vendicativello

Ecco. Halloween. Scommetto che voi, o miei piccoli lettori, siete lì tutti ansiosi di travestirvi da bestie immonde, vampiri (che van di moda per colpa di quelle troiate spacciate per film), zombie e altre vaccate varie sperando di far paura al prossimo quando in realtà, per spaventare, dovreste solo andar in giro con il vostro grugno appena svegli... pfui! Ma le mode son mode, anche se con l'italica terra han ben poco a che vedere. Ma tant'è... beccatevi sta storiella in puro mood (si, lo dico in inglese perchè fa figo ok? qualcosa in contrario?) halloweenesco. 
Oscurità, atmosfere inquietanti et orripilanti vi attendono...

E' un luminoso pomeriggio d'aprile. 
Nell'amena radura di Tagliabacco sul Membro alcuni coniglietti zompettano allegramente, ben consci di essere salvi anche per questa stagione pasqualina. 
I fiori irradiano colori nei campi che neanche un quadro di cezanne può esplicarne la bellezza.
Nonno Tommaso sta sonnecchiando sulla sua sedia a dondolo, posta sul patio della sua casa di campagna. Ha ormai 98 anni e il suo volto rugoso denota una vita di lavoro e fatica. Ora sta riposando, dopo una lunga contemplazione di questo paesaggio fiabesco. Il frinire delle cicale concilia il sonno del vegliardo e il primo caldo lo culla mentre la seggiolina va avanti ed indietro.
Ad un certo punto, dalla porticina sulla veranda sbuca Mariolino, il simpatico nipotino di nonno Tommaso, che nonostante il suo problema di gastrite latente non vuole perdersi questa meravigliosa giornata e decide di andare a giuocare con la palla nei prati fuori casa. 
La giornata trascorre così lieta, quando ad un certo punto il piccolo Mariolino decide di fare uno scherzo al nonno: svegliarlo a suon di pallonate. 
Con un tiro preciso e potente il piccolo scaglia la palla con mirabile precisione proprio sul viso del nonno addormentato scaraventandogli la dentiera dritta dritta nella trachea. Ah, quel Mariolino! Che discoletto!
Nonno Tommaso muore così, soffocato dai suoi stessi denti (e ok, beh anche di saliva e succhi gastrici, ma son dettagli che mal si addicono ad un pubblico giovane come il vostro).
L'orologio e il calendario scorre così inesorabile fino al 31 ottobre dell'anno venturo.
E' la notte di Halloween.
Il lento processo di decomposizione ha ormai reso nonno Tommaso uno scheletro.
Si sa che nella notte di Halloween succedono le peggio cose. Succede così che nonno Tommaso torna in vita grazie ad un sortilegio operato da Maghello, il fuocherello fatuo che aleggia nel cimitero di Tagliabacco sul Membro.
Lo scheletro, che aveva passato tutto questo tempo a maledire quell'idiota del nipote, decide così di vendicarsi. Aiutato dall'oscurità, si reca nottetempo nella casa di campagna ora divenuta un agriturismo, siccome la famiglia non vedeva l'ora che schiattasse per farci dei soldi, ma questa è un'altra triste storia.
Lentamente, barcollando, sgattaiola al suo interno e si porta nella cameretta di Mariolino che dorme profondamente, aiutato dalle caramelle che ha ingurgitato durante la ronda dello scherzetto o dolcetto e dalla pillola di sonnifero che i suoi genitori gli hanno dato per poter permettere loro l'amore carnale senza essere disturbati.
Nonno Tommaso è ora lì, faccia a cranio con il nipote che lo ha ucciso e medita sul da farsi. 
Ucciderlo nel sonno? Soffocarlo con una rotula? Prenderlo a tibiate come la scena di nonnismo di Full Metal Jacket? 
Vada per il pugno. E quando il pugno tutto ossuto del nonno colpisce il letto, mal calcolando la posizione del nipote (insomma già è buio e non si vede, in più è senza occhi essendo scheletro) si frantuma in mille pezzi e siccome non ha legamenti ne muscoli.. ecco che tutto lo scheletro cade in terra come un mucchietto di ossicini di pollo mal mangiati.
La mattina seguente, la famigliola nota con disgusto i resti umani sul pavimento di Mariolino, ma pensando ad una marachella del bimbo data l'età (insomma, questi bimbi bisogna pur lasciarli sfogare no? Se no si priva loro della libertà necessaria per una vita serena, quindi si perdona anche una piccola scappatella al cimitero a dissotterrar cadaveri). E che sarà mai! E con una sonora risata, la famiglia felice esce a prendersi un bel cappuccino, non prima di aver gettato le ossa nel pattume.
Rigorosamente nell'umido che se no il comune dà la multa per la raccolta differenziata.

Beh? cosa vi aspettavate? Un po' di realismo suvvia! E ora, come ci ha insegnato la storiella, andiamo tutti insieme a dissotterrar cadaveri nel cimitero più vicino! Via, che è Halloween! 

venerdì 12 ottobre 2012

La ranocchia australiana


"E' il simbolo del decadimento dei costumi e della morale. Dovrebbe essere censurato, o meglio, spazzato via dal web". (The New York Times)
"E' una merda" (L'Osservatore Romano)
"Mi piace leggere il blog di quel comunistello perchè è sempre pieno di figa e racconti osé." (S. Berlusconi)
"I love Matt's Blog." (Barack Obama) 
"L'unico blog al mondo in grado di unire la Chiesa ed Al Quaeda nell'odio comune verso una singola persona." (L.A. Times)
"Il tuo blog fa cagare e vorrei tanto ucciderti." (Maria Teresa Ruta)
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Miei piccoli amici, eccoci di nuovo giunti alle classiche fiabette della buona notte che vi sollazzano dopo il bicchierone di latte con biscotti che vi sbevazzate in pigiama prima di coricarvi.

Questa è la storia di una ranocchia australiana.
Era nata in città, a Brisbane. Metropoli sperduta, ove il cambio dei tempi si faceva sentire. 
La tecnologia, infatti, iniziava a sostituire gli animali in carne ed ossa con dei surrogati di ferro e microchip, come per esempio i canguri cibernetici. 
Erano stati creati per dilettare i turisti fuori dai negozi e ristoranti, con salti ed acrobazie... ma ben presto si rivoltarono contro gli odiati umani e iniziarono ad attaccarli. 
Poi furono create passeggiate suggestive vista-oceano, ma le gabbie laterali (ove però erano stati messi dei simpatici fiori per aggraziare il tutto) inglobavano i passanti e non li facevano più uscire. 
Insomma, da città simbolo del commercio di pellame divenne città sgradita ai più.
Persino i tipici beduini-aborigeni con tanto di cammelli del deserto del Queensland, che stazionavano fuori dai cinema per raccattar qualche dinaro, furono costretti alla fuga. 
La nostra ranocchia, che voleva vivere in tranquillità, si spaventò molto e decise di fuggire verso le foreste pluviali del profondo est dell'Australia, ove le piogge erano abbondanti e la tecnologia assente.
Il viaggio fu molto periglioso e incontrò sul suo cammino le più disparate genti.
Trovò surfisti brasiliani, uno più brutto dell'altro. Un koala in fiamme (si, un burlone australiano voleva rivisitare "la giraffa in fiamme" di Dalì usando della fauna locale) e una lucertola anch'essa fuggita da Brisbane e in cerca di una nuova città dove vivere.
Un giorno, dopo due lunghi ed interminabili mesi di viaggio, mentre zompettava felice lungo la strada che doveva portarla verso la foresta, incontrò un canguro che era stato investito.
Uno dei tanti, perchè dovete sapere che in Australia vi sono due tipi di canguri: quelli vivi e saltellanti e quelli morti o moribondi sul ciglio della strada.
"Oh, ranocchia, ranocchia vispa! Di me non v'è certezza alcuna. Morirò tra poco, ma tu saltella fin che puoi!" disse con un filo di voce.
"Ma che ti è successo povero cangurello?" disse lei. 
"Eh sai com'è. Stavo defecando spensieratamente sul ciglio della strada per delimitare il mio territorio, quando dal nulla è sbucato un Van con dei turisti croati e mi hanno centrato. eheheh"
"Oh perchè ridi?" chiese la curiosa ranocchia.
"Dovresti vedere che striscia di cacca ho lasciato loro sul cofano!" rispose lui.
Ad un certo punto, nel bel mezzo dell'aulico discorso, sentirono un forte rombo e una jeep sbucò da dietro la curva, il mezzo inchiodò e scesero tre fanciulle di umana razza. "Guarda, guarda!" urlarono in coro "Una rana!!!" "'Fanculo il cangurello moribondo, quella è una rana vera!" "Com'è verde, com'è verde!" 
La presero in mano e la accarezzarono. "Ora ti salviamo noi! Ti portiamo verso la città di Brisbane che è un posto molto più adatto a te!"
Una sequela di improperi che finivano tutti in "cra..cra" furono uditi fino alla barriera corallina, dove diversi delfini dovettero impegnarsi per tappar le orecchie ai piccoli e non far sentir loro simili male parole. 

La morale è semplice, miei piccoli amici. Mai trasportar fauna sperduta da un luogo all'altro. Santiddio ci sarà un motivo sul perchè si trovino lì le bestie.