venerdì 31 dicembre 2010

Goodbye fu**ed 2010

Un anno stupido e meschino che se ne va.
Ci sono stati (pochi) momenti belli, certo. Ma sono stati più i momenti brutti, da dimenticare.
Ho una grande aspettativa per il 2011. Anzi, una GRANDISSIMA aspettativa.
Chissà mai che riuscirò a costruirci su qualcosa di positivo per la mia vita...
In ogni caso, per stasera, una bella bottiglia di vino.
L'unico modo per sfuggire ai cattivi ricordi.

Keep rockin' fellows

mercoledì 29 dicembre 2010

Insulti e propositi

Quella strana e buffa convenzione sociale che è Capodanno. O San Silvestro, o l'ultimo dell'anno... insomma, chiamatelo come più vi aggrada.
Alzi la mano chi lo ama sul serio! Uno, due, tre... beh dai allora un po' di voi si diverte per davvero.
Impressionante!
Io no. E vi dico subito il perchè.
Trovo davvero stupido fare come un gregge di pecore e riservare un simile trattamento per un giorno che tecnicamente segna l'addio e il benvenuto ad un altro anno... è pur sempre tempo che scorre.
Non ho bisogno di un giorno particolare per bere di più e divertirmi... ci sono altri 364 giorni per questo.
In ogni caso, mi adatto alla convenzione sociale da buona pecora e stipulo persino una breve lista di cose da fare assolutamente per il 2011.

1. Lavorare, imparare e divertirmi in quel di Chicago. (Ve lo detto che parto? 3 mesi di internship nella Windy City!). Parola d'ordine: esperienze!
2. Trovare un posto di lavoro sensato e pagato dignitosamente.
3. Trovare casa e riacquistare l'indipendenza perduta.
4. Dominio del mondo.

Lo so, lo so... il punto 2 è abbastanza improbabile, ma... sognare è lecito!

Keep rockin' sheeps

giovedì 23 dicembre 2010

A Christmas Carol

Di solito Natale è una festa fatta di storie ricche di buoni propositi e speranze.
La storia che vado a raccontarvi è una di queste.
Vicino a Luino, incastonato nei monti vicino al Lema, esiste un piccolo paesino chiamato Alpone.
Vi abiteranno 20 anime o su per giù.
Il paesino è costituito da una decina di casette, tutte senza le comodità dell'era moderna. Quindi senza elettricità e gas. Si vive alla vecchia maniera.
In una di queste casette vive una famigliola umile. I Camotti.
E' una famiglia povera, molto povera costituita da una bella donna di nome Algisa, che si occupa di rassettare casa e tenere sotto controllo il piccolo orticello; dal capo famiglia Roberto che fa il boscaiolo e si guadagna da vivere tagliando e rivendendo la legna ai paesi più ricchi in fondo alla valle; e poi c'è la figlioletta di 9 anni, Sofia, una bambina molto grassa, che diciamocela tutta, non fa un cazzo tutto il giorno.
La vigilia di natale, quando ormai le luci del giorno si stanno spegnendo, bussa alla porta di casa Camotti un forestiero.
E' un bel giovinotto, molto alto e ben curato, che chiede alla povera famigliuola un posto dove trascorrere la notte.
Racconta loro di una spedizione tra amici sul Monte Lema, il monte che sovrasta il paesello di Alpone, che si è tramutata in tragedia allorquando il capo cordata è precipitato dal costone, trascinando con sè il resto degli scalatori. Lui racconta di essere sopravvissuto per puro caso, aggrappandosi ad una sporgenza all'ultimo secondo.
La famiglia, sconvolta dal racconto di questo baldo giovine prepara un umile giaciglio accanto al camino. Dopo tutto è quasi Natale.
Algisa, decide così di preparare una frugale cenetta, con le verdurine colte dall'orticello, scusandosi di non poter donare un pasto più sfarzoso al giovine. La bella donna da subito ha provato una forte attrazione per quel forte e coraggioso giovincello. D'altra parte anche il forestiero ha subito messo gli occhi addosso alla bella moglie del boscaiolo.
La piccola Sofia, nel frattempo, continuava a non fare un cazzo nella sua grassa condizione.
Roberto, essendo ignorante, non capisce il sottile gioco seducente di sguardi tra la moglie e il nuovo arrivato. Anche perchè, dopo tutto, non la toccava da 9 anni. A lui importava solo guadagnare quei pochi soldi che riusceva ad ottenere dalla legna. I soldi erano il suo solo scopo di vita. Perchè ha imparato che con i soldi riesce a campare.
Durante la cena l'attrazione per i due neo amanti si fa molto forte, lanciandosi sguardi penetranti e facendosi piedini maliziosi sotto al tavolone di legno.
I due stanno per scoppiare di passione allorquando, poco prima della mezzanotte, il forestiero si alza rosso in volto e con una forte erezione nel dibasso. Sgancia sull'unghia 23 euro e 17 centesimi a Roberto dicendo: "caro boscaiol, so che a te i dinari contano più dell'affetto.. quindi tieni codesti soldi e lasciaci amare in pace per tutta la festività natalizia!" Roberto sconvolto da questa affermazione, non ci pensa due volte, prende i soldi lasciati sul tavolo, si infila il cappottone di carta vetrata e si fionda in strada urlando di gioia e mandando simpaticamente a quel paese tutti.
Il forestiero, colmo di gioia, guarda l'ultimo ostacolo tra sé e la donna che lo fa così tanto impazzire: la piccola Sofia. Dopo qualche secondo di riflessione, decide per la scelta più coraggiosa. Prende la piccola obesa, la piazza davanti la porta e le dà un bel calcione. "Così impari a non far nulla tutto il giorno! Ora rotola!" e la piccola effettivamente, prendendo sempre più velocità, rotola a valle scomparendo nel bianco.
Dopodichè, sbattendo la porta, afferra a sé la bella Algisa e la bacia con una passione mai provata. La pone sul tavolone in legno e lì, alla mezzanotte del giorno di Natale, finalmente fanno l'amore.
Buon Natale.

Keep rockin'

Lo spirito natalizio

Una delle cose che mi fanno imbestialire sotto le feste è la ricerca frenetica della compiacenza.
Ossia, la corsa disperata al regalo.
Voglio dire, cazzo dai! E' Natale, per chi crede è un momento di gioia e bontà. Per chi non crede, come me, è comunque un momento dall'indiscutibile fascino. La magia di questo giorno è unica.
Invece la gente cerca di rovinarsi le feste (a sè e agli altri a dire il vero) facendosi assalire dall'ansia e dalla voglia di fare regali sempre più costosi.
Gente che sputerebbe in faccia al prossimo pur di possedere quell'oggetto tanto desiderato.
Alla faccia dello spirito natalizio...puà!

Keep rockin'

venerdì 17 dicembre 2010

Dal diario dell'orsetto... parte V

Si avvicina natale ed immancabilmente scende la neve!
E ho dimenticato pure l'ombrello!!!! 
Etciù!!! 


mercoledì 15 dicembre 2010

Se...

Chi vive in Italia sa che tipo di giornata si sia svolta ieri pomeriggio. Voti comprati, proteste, altri aiuti per un buffo omino anziano dalle orecchie enormi e dal culo basso.
Un'amica mi ha ricordato una bella frase: un cambiamento senza rivoluzione è solo un compromesso.
Ha dannatamente ragione.
Bisogna lottare e continuare a resistere. Verso un potere logoro, marcio, schifoso che sembra ormai la normalità in un paese ormai profondamente anormale.
Una rivoluzione va però condotta in modo saggio, non a caso. Non danneggiando noi stessi, i cittadini. Ieri molti manifestanti hanno confuso la protesta con una rivoluzione da cazzoni. Ma non lo capiscono che comportandosi in questo modo non fanno che aiutare nei consensi l'orrido omuncolo?
Bisogna combattere chi è il vero responsabile di questo scempio, ossia l'intera classe politica italiana.
Senza eccezione alcuna.
Combattere le ingiustizie, ma senza perdere la ragione.
Ed è proprio per questo che vorrei postare una lettera molto bella scritta da Rudyard Kipling al figlio, nel lontano 1910.

Ci sta a pennello.

“Se riesci a mantenere la calma quando tutti attorno a te la stanno perdendo;
se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, tenendo pero' nel giusto conto i loro dubbi;
se sai aspettare senza stancarti di aspettare, o essendo calunniato, non rispondere con calunnie, o essendo odiato, non dare spazio all'odio senza tuttavia sembrare troppo buono, ne parlare troppo da saggio;
se sai sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
se riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine;
se sai incontrarti con il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui;
o guardare le cose - per le quali hai dato la vita - distrutte e umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
se sai fare un'unica pila delle tue vittorie e rischiarla in un sol colpo a testa o croce e perdere, e ricominciare di nuovo dall'inizio senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso;
se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più e così resistere quando in te non c'e' più nulla tranne la volontà che dice loro: “resistete!”;
se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà o passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale;
se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi;
se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
se riesci a riempire l'inesorabile minuto dando valore ad ogni istante che passa;
tua è la terra e tutto ciò che vi è in essa e - quel che più conta - tu sarai un uomo, figlio mio”.


Keep rockin'

venerdì 10 dicembre 2010

Christmas time... or not?

Si sta avvicinando pian piano il Natale. Il periodo più magico dell'anno .
Che sia ateo ora non importa, non ho mai creduto al lato "religioso" dell'evento anche da piccolo, lo ammetto.
Ma a tutto il contorno. Le luci in strada, l'albero di natale, la neve...
Mi fa venire in mente tantissimi bei ricordi di quando ero piccolo, ingenuo ed innocente.
Credevo in Babbo Natale che portava i doni la sera della Vigilia ed ero così emozionato che puntualmente mi veniva la febbre per l'agitazione.
Il presepe l'ho fatto poche volte, ma era noiosetto... quindi ci aggiungevo sempre qualche pupazzo all'interno per far scena (tanto per non essere incoerente con il mio lato anticlericale odierno). Quindi non era strano vedere un Batman che faceva capolino dai ciuffetti di muschio, un Terminator che aiutava i pastori e due Cavalieri dello Zodiaco che sorvegliavano la stalla.
Bei momenti...
Adesso un po' (tanta) di quell'atmosfera è svanita. Certo, rimane sempre quel briciolo di magia, ma dai..ammettetelo anche voi. Non è com'era una volta.
Sarà perché i ricordi che avevamo erano tutti "gonfiati" dalle nostre piccole menti immature, sarà perché adesso iniziano ad addobbare e a buttarti addosso l'atmosfera natalizia già ai primi di Novembre... sarà che per sponsorizzare due panettoni ci mettono due figone con i loro pandori in bella vista... ma l'atmosfera te la fanno un pochino passare.
In ogni caso, affrettatevi! I doni non si fanno da soli!!!

Keep rockin'



mercoledì 8 dicembre 2010

Goodbye Mr Lennon

L'8 dicembre del 1980 se ne andava uno dei più grandi poeti del 900.
Ucciso da uno squilibrato, con cinque colpi di pistola.
John Lennon è stato il simbolo di un'intera generazione. 
Erano anni di crisi globale, del post Vietnam, delle tensioni derivate dalla Guerra Fredda, di mille altre piccole guerre in giro per il mondo.
Con le sue canzoni e le sue proteste, a volte esagerate ed anticonvenzionali, combatteva un sistema ed una società sbagliate. Un mondo dove le persone si odiavano sempre di più.
Sempre coerente nel suo impegno per difendere i diritti civili e la pace nel mondo, non si è mai arreso.
Immaginava un mondo nuovo, diverso, migliore... 
Probabilmente era davvero un sognatore, il mondo perfetto che immaginava e sperava era un'utopia.
Adesso, 30 anni dopo, il mondo non è poi così diverso. 
Certo, ci sono stati passi avanti in molte cose, ma ci sono stati anche enormi balzi all'indietro in altre.
Non siamo cambiati in meglio. Lennon continuerebbe anche in questi anni a combattere.
Contro le banche, contro questo capitalismo sbagliato, contro i potenti che si credono superiori a tutto, contro guerre dettate solo da profitti...
Il suo impegno, le sue canzoni, i suoi versi, le sue azioni... ancora oggi sono ricordate e sono da ispirazione per molte persone, me compreso. 
Goodbye Mr Lennon


Imagine there's no Heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today

Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace

You may say that I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world

You may say that I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one





Keep rockin'



domenica 5 dicembre 2010

Let this...

Sto per imbarcarmi in un'esperienza importantissima per la mia vita...
A volte le belle cose accadono per caso.. altre cercandole e afferrandole con le unghie e con i denti.
Ho imparato che niente è impossibile se si vuole ardentemente una cosa.
Non bisogna solo stare fermi, immobili, cercando che la fortuna o il fato lavori per te.
Non funziona così.
Beh, a dire il vero... l'ho sempre sperato... e ci credo tuttora, nel destino.
Non nell'inedia, non fraintendetemi!
Sono un tipo molto fatalista.
Credo nel destino, ma credo anche che esso spesso e volentieri segua una rotta che noi stessi impostiamo.
Dai, basta scrivere cose troppo serie.
Tette.
Oh, ora ci siamo.

Keep rockin'

venerdì 3 dicembre 2010

La storia di una scimmia

C'era una volta una piccola scimmia di nome Ugo.
Era una scimmietta adorabile, le piacevano molto le banane e si prodigava sempre nell'aiutare le altre piccole scimmiette della famiglia, vale a dire i suoi due fratelli Gino e Tobia e la sorellina Carpa.
Mamma scimmia, Bubba, era una perfetta scimmia di casa. Lavava i panni, stirava e andava alla ricerca di banane che erano le ghiottonerie di casa scimmia. 
Papà scimmia, Gogo, era un tipico scimmione burbero ed impaziente e l'unica cosa che gli riusciva bene era imprecare e guardare la televisione.
Un giorno la quiete della pelosa famiglia venne bruscamente interrotta da un terribile uragano che spazzò via metà della giungla e provocò ingenti danni alla casetta scimmia. Bubba e Gogo si sentirono male nel vedere gli sforzi di una vita spazzati via dalla furia della natura, mentre le piccole scimmiette presero tutto come un gioco. Si arrampicarono sulle rovine, sugli alberi abbattuti e si dondolarono con la coda spulciandosi reciprocamente.
I genitori non seppero più che fare, tornare a fare la vita da scimmia comune sarebbe stata un trauma per loro, abituati ai vizi della modernità, ma forse non per i piccoli. 
I giorni successivi furono davvero difficili, senza gas... elettricità, fuoco... le scimmie dovettero adattarsi e lottare per la sopravvivenza ogni giorno, ogni ora. Gino e Tobia morirono di stenti... il dramma.
Il piccolo Ugo, vedendo i propri genitori così indaffarati, tristi e sempre più stanchi iniziò a darsi da fare rimboccandosi le maniche impellicciate. Decise di partire e cercar fortuna fuori dalla giungla.
Venne assunto come maggiordomo da un gruppo di umani ricchi e facoltosi, ma il lavoro fu troppo snervante.
Capire il loro linguaggio complesso, trattenere gli attacchi di panico e di ira.
Davvero troppo.
Decise così di intraprendere una strada un po' più semplice, ma vergognosa.
Entrò nel sordido mondo del porno animalesco. 
I primi anni furono una tragedia. Imparare le poche battute a memoria... andare a ritmo... avere centinaia di partner all'anno.
Rischiò un esaurimento nervoso, ma piano piano, riuscì a cavarsela e sapete cosa?
Alla fin fine questa vita gli piaceva!
Certo, era una scimmia pornostar, ma riusciva a mandare parecchi soldi a casa per mantenere la famiglia e questo gli bastava. 
Si costruì una casa enorme e piena di chitchate assurde e si trovò anche una scimmia partner con la quale condividere il lettone a baldacchino. Beh, fare l'amore con lei era come portarsi il lavoro da casa... ma l'amava.
Sentiva per lei un sentimento forte, mai provato.
Decise così di abbandonare lo zozzo mondo del porno animalesco per aprire una catena di fast food, McBanana, che serviva dieci diversi piatti a base di banane. Il logo era una grande M gialla, su sfondo rosso e per attirare sempre più clienti si travestì da pagliaccio, diventando Ugo McMonkey. 
Gli affari però non andarono molto bene e Ugo dovette spesso e volentieri scendere a patti con la malavita. Dopo una brutta storia di prestiti ed usura... saltarono fuori le armi.
Ed ebbe paura.
Perciò, quando gli offrirono parecchi soldini per rilevare la sua attività accettò subito. 
Di lui, da allora, non si sa più nulla.
Oggi questa catena c'è ancora, offre pietanze diverse, ma c'è ancora. Così come il logo della grande M e il pagliaccio, umano.

Keep rockin'