Che paese bizzarro l'italietta.
Una nazione in cui il presidente del consiglio è dipinto come un ottantenne buffone e bestemmiatore che va dietro alle minorenni, che organizza festini a luci rosse (e droga?) nelle sue residenze, dedito al bunga bunga, omofobo e maschilista... un presidente visto all'estero come "Le bouffon de l'europe" (cit. L'Express - Francia). Un presidente del consiglio che esercita le sue funzioni come un dittatorucolo da quattro soldi... un presidente che si è fatto 18 (si...DICIOTTO) leggi ad personam per non finire in galera e che se ne frega delle reali necessità del paese.
E' mai possibile tutto questo?
E' mai possibile che vinca...anzi, stravinca ogni volta le elezioni? Siamo come gli americani che si sono tirati dietro per 10 anni quel pirla di Bush??? Siamo messi così male? Siamo così stupidi???
La risposta è chiara, visto che il suddetto individuo passeggia per Montecitorio dal 1994.
Dobbiamo continuare ancora a lungo a vergognarci di vivere in questa italietta?
Keep resisting
p.s. NON sono un magistrato e NON sono comunista, sia chiaro! meglio scriverlo perchè poi magari qualcuno mi addita come tale... non sia mai! Anzi, a proposito di questo... persino Libero e Il Giornale che di sinistra non sono neanche un po', non ne possono più.
"“Stupidità sconcertante”, “abuso di potere”, “casini autoprocurati e non complotti”. Insomma, “il Cavaliere si dia una calmata”. Firmato Belpietro, Veneziani, Facci, Feltri. L’emorragia di consensi e la solitudine sempre più marcata di Silvio Berlusconi è tutta qui, nelle parole scritte oggi da giornalisti e opinionisti storicamente pronti a difendere il Capo e a contrattaccare con tutte le armi. Oggi, invece, non è andata così: è tutto un susseguirsi di critiche. E le prime pagine di oggi di Libero e Il Giornale spiegano addirittura meglio delle inchieste giornalistiche e giudiziarie il guaio politico in cui si è cacciato il premier.
Gli schiaffi più forti arrivano da Libero, con Filippo Facci che, nella sua rubrica in prima pagina, non usa giri di parole: “Non si può campare pensando sempre che gli altri sono peggio, che i giudici sono comunisti e che Fini è un traditore: anche se ci fosse del vero in tutto quanto. Non si può passar la vita a difendere il privato di Berlusconi se poi Berlusconi non fa niente per difendere dal suo privato noi”. L’opinionista di Libero non si limita a prendere le distanze dal premier sull’ormai famosa notte del 27 maggio (“Se di notte il premier non telefona a Obama ma a Nicole Minetti, e se la liberazione di una cubista marocchina è divenuta la missione più rilevante della nostra politica estera, la colpa non è mia”), ma tira in ballo con un’ironia velenosa anche l’assenza di dirigenti di peso nel Pdl: “Se dietro Berlusconi non c’è un partito ma c’è solo lui, oltre a una serie di soldatini imbarazzanti, la colpa forse è addirittura sua”. Stupisce anche il tono tutt’altro che accomodante con cui il direttore Maurizio Belpietro tenta la difesa d’ufficio del premier, sostenendo la tesi che “il reato di abuso di ufficio non esiste nel codice penale del nostro Paese”, quindi Berlusconi non è perseguibile (“Esisteva fino a qualche anno fa l’abuso d’ufficio”, continua Belpietro, “ma per fare un piacere a Prodi è stato modificato”). La sostanza politica dell’articolo è, però, ben chiara. E durissima nelle parole scelte: “La stupidità sconcertante – scrive Belpietro – con cui, la sera del 27 maggio, il presidente del Consiglio si è infilato nel pasticcio di Ruby, è una questione che peserà sulla sua immagine e sul suo consenso”. Non è abbastanza chiaro? Ecco un passaggio ancora più diretto: “Per come la vediamo noi, a differenza delle volte scorse, il Cavaliere è messo male e rischia davvero di lasciarci le penne”
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