sabato 22 ottobre 2011

Motorsport e tragedie... the show must go on

Domenica scorsa, con la morte di Dan Wheldon sull'ovale di Las Vegas, nell'ultima gara della Indycar Series, il mondo del motorsport è ripiombato nell'oscurità. Un'ennesima tragedia, forse evitabile forse no.
Il mio personalissimo punto di vista è che lo show deve continuare. Sempre e comunque.
Il motorsport è uno sport vero. Per uomini e donne con le palle. Chi fa questo lavoro ha la consapevolezza che ogni gara può essere l'ultima. Per un infortunio o peggio.
Questo è il sale di questo sport.
L'adrenalina, il brivido, la voglia di migliorarsi secondo dopo secondo, decimo dopo decimo, la forma fisica, la concentrazione, l'intelligenza e la scommessa continua con la morte. Questo è il motorsport.
Wheldon era un gladiatore moderno.
Un novello icaro che per toccare il sole ci è andato troppo vicino ed è finito per cadere.
In una categoria tra l'altro folle. La Indycar vedeva in quel circuito 32 vetture con una media di 350 kmh. Follia pura. Wheldon era il perno di una scommessa che valeva milioni di dollari, nel tempio dell'azzardo. 
Partito ultimo doveva vincere la gara.
Non ha frenato forse. 
Ha voluto evitare il groviglio infernale di 15 vetture incidentate davanti a lui. Ed è volato contro una di esse, scagliato ad oltre 300 kmh contro le barriere, e il casco contro le reti di protezione, strisciando per centinaia di metri. Nessuno poteva sopravvivere a quel tipo di incidente.
Dan, che lascia una bellissima moglie e 2 stupendi bambini era consapevole dei rischi e aveva accettato questa sfida. 
La Indycar non è nuova a queste tragedie, ma erano anni che non accadeva durante una gara ufficiale.
La F1 non vede tragedie da quel lontano 1994 con il fato che si portò via Senna e Ratzenberger. Da allora la tecnologia ha fatto balzi da gigante e la sicurezza è aumentata a dismisura. Ma il caso, la tragedia, quel millesimo di distrazione o forse solo la sfortuna... è sempre in agguato.
E' inutile ormai cercare soluzioni o fare facili ipocrite analisi. 
Lo show deve continuare.
Keep pushing. 


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E oggi, 23 ottobre, in mattinata ci ha lasciato anche Marco Simoncelli, 24 anni, idolo di molti (me compreso) della Motogp. Un incidente brutale. Un attimo di sfortuna. Ciao Sic.
Ma anche davanti a questa tragedia non posso che confermare le mie parole precedenti.





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