domenica 5 giugno 2011

I dolori del giovine Waccher

Augustus Waccher, era un giovinotto dell'alta borghesia prussiana.
Molti ragazzotti della sua età partivano a prestar servizio per il Kaiser, essendo quelli dei tempi difficili in cui vivere.
Ma Augustus era uno di quei fortunati paraculi che grazie ad amici di amici del padre, riuscì ad evitare un probabile bagno di sangue.
Lui, da giovinotto sveglio, intuì subito le enormi potenzialità di quella situazione. Un'intera nazione senza ragazzi della sua generazione... ma piena zeppa di donzelle dal gentil sesso.
Gli ormoni ormai saltellavano senza riguardo da mesi, voleva deflorare quante più ragazze possibili.
C'era solo un piccolo problema.
Era un verginello.
Le pulsioni c'erano sempre, ahimè, e spesso e volentieri ricorreva all'antica arte auto-amatoria, comunemente detta "trivella" (n.d.a. il termine a noi più comune "sega" entrò nel linguaggio popolare solo alcuni decenni dopo, grazie alle impudiche gesta di un ignoto carpentiere), ma adesso, pensò, era giunto finalmente il momento di mettere in pratica tutte le fantasie covate per anni, in solitudine.
La prima vittima era già segnata: Giuseppa, giovane rampolla della dinastia Merdaccher con la quale aveva passato gran parte dell'infanzia giocando a rimbalzello.
Ora era il momento di far rimbalzare qualcos'altro, pensò.
La giovane diciottenne ricevette la visita di Augustus in poco tempo. Lo trovò completamente ignudo nella sua camera da letto. Augustus infatti, non aveva perso tempo... si era arrampicato sulla grondaia di casa Merdaccher e si era intrufolato nella camera da letto della giovine pulzella.
Giuseppa, scioccata dalla situazione aprî la bocca, ma non riuscì a proferir parola alcuna... anche perchè del giovane Waccher non riusciva a togliere lo sguardo dal possente membro che svettava sbarazzino. Una cosa impressionante. Giuseppa mise lo stupore da parte e si gettò a capofitto su quello che sembrava essere un regalo di Natale anticipato. Ma... il giovine Waccher... ormai abituato alla sua velocità e alla sua maestria manuale... non durò che pochi secondi e inoltre...sbagliò orifizio! Giuseppa, indignata lo cacciò subito via da camera sua a male parole.
Augustus era in piena crisi mistica. Non poteva essere vero! Madre natura lo aveva graziato con un dono speciale, ma... non sapeva usarlo! E ancor peggio.. non sapeva controllarlo!
Ma come spesso accade, il destino accorse di nuovo ad aiutare il giovine disperato, presentandogli una donna  dalla bellezza fuori dal comune. La baldanzosa Caterina. Donna dall'antica professione che esercitava nella via accanto a quella della Merdaccher.
"Che hai o giovinotto?" chiese la meretrice.
"Niente, ho un gran fardello ma nessuna che lo voglia!" disse Augustus tra le lacrime.
"Mo ci penso io a te! Vien qua!" disse la donnina allegra che... tra mille moine scoprì il pesante arnese tra le braghe del Waccher.
"Orco boia!" esclamò con gioia la donnaccia. "Te lo voglio ingoiare!" urlò.
Waccher, spaventato dall'affermazione si tirò su i calzoni e scappò urlando di terrore via dalla città. "Possibile che nessuna mi voglia??? O non son capace io, o mi voglion mangiare!" disse il beota prussiano.
E fu così che, entrato in un convento dopo giorni di fuga, scoprì le gioie di un altro piacere. Questa volta monacale.
Se capite a cosa alludo... avrete un'idea in che altro guaio si cacciò il giovine Waccher.

Fin

2 commenti:

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