A grande richiesta tornano le fiabe della buonanotte di quel gran burlone e adorabile canaglia dell'autore di sto blog scalcinato.
C'era una volta, o miei piccoli e fedeli lettori, un borsaiuolo che viveva nel bosco vicino alla grande e florida città di Battarocchio. Egli non aveva nome, era conosciuto da tutti come "Il borsaiuolo". Anche sua moglie, un'arzilla ventiquattrenne del luogo (si perché è noto a tutti come, nei tempi antichi, dopo i ventidue si era considerati già con un piede e mezzo nella fossa) lo chiamava così.
Persino nell'intimità. Ma qui è meglio che non mi dilunghi troppo se no i miei piccoli lettori rimarrebbero traumatizzati (anche se di cose, acciderbolina, ce ne sarebbero a quintali da dire!).
Dicevamo... il borsaiuolo incarnava lo stereotipo del lestofante gagliardo e anche un pelo tamarro, tanto caro a voi giovini d'oggi. Dal suo boschetto, si recava quotidianamente al suo lavoro di gaglioffo.
Borsaiuoleggiava prevalentemente sui Bus a cavalli ma non disdegnava nemmeno il metrò a talpe. Agiva in mezzo alla folla dalle prime luci del mattino fino alla sera, quando stanco, rincasava pieno zeppo di borse, borsoni, borselli, borsette, borsini e anche borselle. Che ok, non esistono, ma era talmente bravo che riusciva a rubarle lo stesso.
L'anziana moglie lo guardava rincasare con un sorriso benevolo e uno sguardo sornione, mentre cucinava del buon orzo, pietanza di cui lui andava particolarmente ghiotto.
Ma tutto questo non bastava poichè lui, perfezionista come pochi, non si limitava a borsaiuoleggiar portafogli, ma addirittura li sostituiva con portafogli finti in pelle di lucertola.
Ma voi sapete quanto costa la pelle di lucertola! Finì quindi, ben presto, sul lastrico.
Certo, direte voi, non è molto furbo questo borsaiuolo! Beh, bambini, adesso non esageriamo con facili sentenze, perché se non vi vanno bene le mie storielle e i personaggi che le compongono, allora andatevene via e guardate, chessò, i clippini di Vasco Rossi.
Dicevamo, che il povero borsaiuolo era sul lastrico. Così decise , per forza di cose, di sostituire la pelle di lucertola con imitazioni tarocche in polpa di pera.
Però la polpa, spesso e volentieri, si spatasciava sempre nelle mani del borsaiuolo.. finchè un giorno lo scoprirono, lo strattonarono, lo percossero e lo capitombolarono nelle segrete del castello. Che poi alla fine, tanto segrete non erano perché erano piene di mariuoli.
L'anziana moglie assunse l'avvocato Buongiorno, sì proprio quella che recentemente ha fatto scarcerare Amanda Knox e Raffaele Sollecito! Che santa donna! Era presente anche allora, pensate.
Insomma, durante il regolare (ma non troppo) processo, l'avvocato tirò fuori un'arringa talmente salata da far scappare tutti i presenti e per un vizio di forma dovuto ad un errore grammaticale proprio nella parola "arringa", venne messa su una pizza e venne scarcerato il borsaiuolo perché il fatto non sussisteva.
Ah! I buchi dell'antica giustizia!
Ma come??? direte voi... anche in epoca moderna e in terra italica è più o meno simile la cosa!!! Certo, o miei piccoli lettori. Ma vi siete fatti davvero troppo invadenti con queste interruzioni nelle mie fiabe. Attenti o vi darò in pasto all'uccello del malaugurio. E iddio ce ne scampi.
Il borsaiuolo e la moglie tornarono così nel bosco e, carichi della terribile esperienza vissuta, decisero di non vivere più nell'illegalità. Aprirono così un'agenzia di strozzinaggio, benvoluti e benvisti da tutti.
L'autore vuole precisare che ogni riferimento a processi realmente avvenuti a personaggi di dubbia moralità come per esempio una studentessa americana e uno studente italiano coinvolti in una brutta faccenda, sono assolutamente frutto di finzione cerebrale da parte di chi vuol sempre trovare il pelo nell'uovo.
ahahahahahahahahahahahah!!!!!!
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