venerdì 21 ottobre 2011

Detective Story

Ormai siete abituati alle mie buffe strambe e folli storielle. Ci tengo a precisare per l'ennesima volta, siccome mi è giunta voce di lamentele e denunzie, che ogni storia è frutto solamente della fantasia dell'autore. Ogni riferimento a persone, cose ed eventi reali è puramente casuale. 

Anno Dimmerda 2303 - Los Angeles

Il detective Stone stava pulendo la sua arma. Una colt 44 oliata e lubrificata alla perfezione.
La città pullulava di criminali. Doveva tenersi pronto.
Guardò fuori dalla finestra del suo appartamento, al 34° piano dell'edificio più fetido della città.
Fuori era il caos. L'inquinamento ormai era alle stelle e la gente iniziava a rendersi più idiota.
Per esempio ritirando fuori la moda delle tute adidas, indossandole anche ad eventi mondani.
"Che diamine..." disse osservando un techno-nerd con una maglietta di una serie tv trash, anni 2000 per intenderci. La serie era "Violetta". Una serie tv, o meglio... fiction, come dicevano gli italiani che volevano farsi fighi. Certo, ormai passati quasi 300 anni quella serie tv è stata rivalutata e persino iconizzata. Ma questa è un'altra storia.
Il detective Stone uscì stancamente dal palazzo per recarsi in centrale, pare ci fossero notizie riguardanti il  Serial Killer che collezionava trofei curiosi dalle sue vittime. Dalle sopracciglia ai peli anali. Era soprannominato "Machecazzocollezioni Killer". Nome volgarotto perché erano ormai finiti tutti gli altri nomi e "Killer" veniva sempre appioppato perché faceva figo.
Stone capì che la giornata iniziava nel peggiore dei modi notando con disgusto la merda appiccicata sotto la suola dei suoi anfibi nuovi. Ci mise 20 minuti buoni a toglierla. Prima usando un foglio di giornale. Poi un bastoncino dei gelati trovato per terra, poi usando la terra delle aiuole (che ormai erano pochissime), infine pucciandole brutalmente in una fontana di acqua contaminata. 
Entrò in centrale seguito da un olezzo nauseabondo. 
"Stone!!! Cos'è 'sta puzza dimmerda???" urlò il Capo. 
"Niente, ho pestato un'escremento canino posto subdolamente per terra". rispose a tono Stone. 
"Vedi di spruzzarci sopra qualcosa! Ho appena mangiato!" urlò ancora il Capo "Vieni qui. Devo parlarti del Checcazzocollezioni Killer."
Stone scoprì così che il noto bastardone aveva colpito ancora nel quartiere nero della città. 
Ci si recò all'istante. 
Tutto attorno a lui era nero... si sentì un attimo a disagio poiché a volte dimenticava quanto fosse complicato aggirarsi per quella maledetta città. Ma non lo dico tanto per dire... tutte le case, le strade, gli alberi, persino gli idranti e le auto erano tutti colorati di nero in quel quartiere. "Per combattere la discriminazione", dissero i più. 
Notò subito il cordone di polizia poco distante. Si fece largo tra la folla, scostò il benpensante di turno che scuoteva il capo dicendo "non ci sono più i tempi di una volta...ahi ahi ahi..." , mostrò il distintivo ed entrò in casa.
Non l'avesse mai fatto. 
Sangue ovunque. Sembrava fosse stato sgozzato un agnello sacrificale. 
E in effetti, guardandosi bene attorno notò un agnello posto su un altarino improvvisato. "Ah.." si disse.
"Detective... il cadavere è di sopra" disse un agente. 
Salì le scale con passo svelto. 
Notò il cadavere disteso sul letto. Nudo. Posto a pancia in giù. Mancava qualcosa però... le natiche dell'uomo. "diamine... il Checazzocollezioni Killer ha colpito ancora" disse rassegnato.
Nessun indizio, nessun aiuto... la vittima era un sacerdote dell'agnellesimo. Aveva finito il suo sacrificio quotidiano quando è stato sorpreso ed ammazzato con una coltellata al petto.
"Non si riesce proprio a cavare il ragno dal buco" disse il sergente O'Neill. Stone prese una matita dal tavolino, armeggiò con il foro ed estrasse l'aracnide. "Ecco" disse. "Oh, grazie mille detective, posso finalmente portare a mio figlio il regalo che mi ha chiesto per Natale" disse il sergente con un sorriso stampato in faccia.
Erano tempi difficili in cui vivere e il detective lo sapeva benissimo. 
Il Killer era là fuori, con due chiappe nuove di zecca. Socchiuse gli occhi con sguardo da duro. "Io ti prenderò" bisbigliò tra i denti.
Intanto, un pellicano mischiato bene tra la folla di curiosi si tirò su il bavero del cappotto e con un ghigno malefico si allontanò.

1 commento:

  1. UUAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!! Il Pellicano!!!!!!!!!!!!!!! Tu sei un fottuto GENIO!!!!!! XD

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Ah!!! Così vuoi commentare eh??? Come osi! Naaa scherzo, fai pure.