C'era una volta, in una foresta del continente australe, un koala molto tranquillo di nome Pirulino.
Era un koala diligente e serio. Molto intelligente e decisamente più brillante di tutti gli altri koala della regione. Frequentava l'università aborigena, iscritto al corso di "arrampicamento comparato". Studiava notte e giorno. E si cibava saltuariamente di eucalipto, del quale andava ghiotto.
Un giorno, la sua routine koalosa fu scombussolata da una notizia a dir poco sconvolgente, proveniente dalla lontana Europa. Lo zio Proraso era ricoverato in terapia intensiva allo zoo di Vienna dopo aver ingurgitato troppo eucalipto, del quale anche lui (ironia della sorte) andava ghiotto.
Pirulino si lasciò trasportare dallo sconforto. Infondo, lo zio Proraso gli era molto caro poiché gli spediva sempre per Natale delle foglioline balsamiche per odorare la sua cameretta fatta di bambù.
Decise di andarlo a trovare, abbandonando momentaneamente gli studi. Certo, gli mancava solo un esame alla tanto sospirata laurea, ma in fondo... aveva anche voglia di staccare un po'.
Dopo aver interpellato e chiesto i fondi per il viaggio ai suoi anziani genitori, che si trovavano a lavorare nelle terribili miniere di eucalipto (ironia della sorte e fatto alquanto bizzarro poiché l'eucalipto non è un minerale), Pirulino partì.
Purtroppo al bancone della Lufthansa non accettarono il pagamento fatto in sassi da parte del giovane koala, il quale si mise a piangere disperato dinnanzi a tutti gli addetti e i passeggeri.
Ma veder piangere un koala... vi assicuro o piccoli lettori... è uno spettacolo struggente. Quindi una hostess di buon cuore e di quarta di reggiseno, lo strinse forte al petto e decise di fare uno strappo alla regola e imbarcarlo come bagaglio a mano in pelle di koala. Una volta in volo, Pirulino si mise a giocare un po' con l'iphone, guardò 7 film, ma senza capirci un granché e dopo 20 ore di volo e scali vari arrivò a Vienna.
Il freschino invernale lo colpì bastardamente allo stomaco. In volo ebbe l'incauta idea di farsi ogni pasto e chiedere il bis e ora... il freddo pungente viennese lo fece rimpiangere amaramente di non essersi portato il golfino in pelle di scimmia cucito dalla mamma. Dopo aver espletato una forte e squassante diarrea post volo e post congestione decise di dirigersi allo zoo per trovare lo zio malato.
Tra lo stupore dei visitatori, il koala fece il suo ingresso nell'ampio recinto del parco faunistico.
Ma, sorpresa delle sorprese, venne scambiato per un fuggitivo e fu subito catturato, sedato e rinchiuso in gabbia con altri suoi simili. "No aspett...! Ci dev'essere un err...!" Cercò di esclamare in preda all'ansia. Ma niente da fare... Pirulino si trovò imprigionato.
Dopo alcune ore di ozio e di arrampicate sui bamboo (attività molto in voga tra i koala) fu liberato da una guardia che tra la sua pelliccia trovò il passaporto regolarmente vidimato dalla dogana.
Espletate le formali scuse di rito si diresse verso l'ospedale veterinario dove trovò ad attenderlo lo zio Proraso in letto di morte. Egli era orribilmente grasso. Da fare schifo insomma.
Le sue ultime parole furono "studia... diventa un grande arrampicatore! e mangia euca....buuuurp..." e con un forte rutto spirò.
Pirulino si mise a lacrimare, non tanto per la morte del caro zio, ma più per le esalazioni dell'appena defunto.
"Beh, non c'è che dire" disse sconsolato "anche se mi ha ruttato indosso terrò fede al suo volere".
Decise così di tornare a casa, stavolta intrufolandosi nella stiva del primo aereo per Melbourne.
Qui, il buon Pirulino riconsegnò il malloppo di sassi ai genitori, intonso, poiché nessuno se la cagava 'sta valuta. E si rimise a studiare più intensamente di prima, con la ferma convinzione di divenire un grandissimo arrampicatore di bamboo. Cosa che puntualmente fece, in onore del grasso zio.
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