Camillo era un bambino decisamente cretino e molto molto grasso. Era il bimbo più grasso del paese di Manzanazzo. Ma viveva questa sua condizione in assoluta disarmonia con il prossimo sebbene, solitamente, i bimbi grassi siano divertenti da osservare.
Egli infatti non poteva avere amici, perché intimoriti dalla sua stazza e dalla sua secrezione sudorifera intensa che provocava attimi di panico e rigurgito appena altri bimbi si avvicinavano a lui che, imbarazzato, secerneva liquidi in quantità industriale.
Un bel giorno, il buon Camillo (che come tutti i bimbi grassi in modo assurdo era anche un bonaccione) si stava recando a scuola tutto contento per esser riuscito ad eseguire correttamente tutti i compiti di matematica, materia a lui ostica ma che quella volta, complice anche un intero barattolo di Nutella, era riuscito a portare a termine. La strada che percorreva ogni mattina per andare a scuola era piccola e angusta. Lui, con il suo flaccido corpicione, strisciava lungo le pareti, occupando tutta la carreggiata e travolgendo gli incauti passanti che si ritrovavano lor malgrado sul suo cammino.
Molte volte dovettero cavarli fuori dalle sue molli membra con enormi cucchiai e, se ancora in vita, portarli in ospedale con principi di soffocamento.
Quella mattina, Camillo era un po' in ritardo a causa di un inconveniente tecnico post-colazione (che non sto qui a descrivervi perché è un aneddoto molto poco piacevole e decisamente poco adatto per i miei lettori più sensibili) e si ritrovò a galoppare a velocità sostenuta verso l'edificio scolastico, ma ad un certo punto i suoi occhi si riempirono di terrore. Le sbarre del passaggio a livello stavano scendendo inesorabili e questo voleva dire una e una sola cosa: entrare in ritardo! Si butto quindi a pelle di leone cercando di imitare le star della tivù,ma che per sua sfortuna erano muscolose ed atletiche mentre lui era solo un ammasso informe di lardo. Rimbalzò quindi per terra in malo modo facendo un rumore inquietante come quando sbattete un panno bagnato per terra: SCIAFF. E scivolò orrendamente sull'asfalto emettendo un urlacchio.
Il povero Camillo si ritrovò così incastrato tra le sbarre del passaggio a livello! Arrivarono di corsa un sacco di persone: vigili, pompieri, poliziotti, panettieri, macellai (che l'avevano scambiato per una porchetta) e persino dei preti che lo esorcizzarono. Per sua fortuna il treno, come spesso accade, era in ritardo. Ma Camillo non ne voleva sapere di disincastrarsi. Dentro di lui crebbe la paura e dopo un attimo di esitazione...si defecò completamente indosso, sebbene avesse dato di corpo prima di partire (ecco l'ho detto). I liquami fuoriuscirono dalle sue brachette variopinte a litrate e crearono una sorta di buffo laghetto marrone tutto intorno a lui. Fortuna volle che questi liquami fecero contatto con alcuni cavetti elettrici posti accanto ai binari e.. meraviglia delle meraviglie, partì un blackout misericordioso che fermò tutti i treni e fece rialzare le sbarre.
"Tutto è bene quel che finisce bene?" Chiederete voi, o miei fedeli lettori incuriositi. No. Non finì bene, perché centinaia di pendolari inferociti raggiunsero Camillo, che ancora stordito per l'accaduto, si ritrovò circondato di gente che brandiva mazze, cocci di bottiglia e ventiquattrore (insomma i classici pendolari).
Ma se in questi giorni vi dovesse capitare di passar per Manzanazzo, chiedete dove potete osservare il dirigibile che trasporta i pendolari ogni mattina da ormai 2 anni. Non rimarrete delusi.
Subito dopo aver scritto questa storia, sono stato contattato dall' ANBGO (Associazione Nazionale Bimbi Grassi e Obesi) che si è fatta portavoce dei diritti dei bimbi grassi a non essere discriminati. E' arrivato un fax con allegato questa foto di un bimbo che vuole pestarmi. Perdono. Ho paura.
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