Questa storia narra, tra le altre cose, delle gesta di una famiglia di benpensanti. Per questa lettura è pertanto consigliata la presenza di un genitore poiché potrebbe contenere azioni, atti, parole, discorsi che potrebbero ledere la vostra sensibilità fanciullesca.
Prussia, un bel po' di anni fa.
Allo scadere delle guerre volute dal Kaiser per diletto, Augustus Waccher si ritrovò nuovamente in una città pullulante di vita. Baldanzosi maschi ripopolarono le città e il Waccher si ritrovò nuovamente a che fare con altri (troppi) rivali in amore.
Augustus durante questi mesi di spensierata libertà si dilettò nella ricerca di piaceri terreni sempre nuovi e sempre più peccaminosi, copulò con diverse fanciulle e tra mille mila avventure, si divertì molto. Anche schivando diverse insidie come le "donne trasformate da uomo", una novità per quei tempi.
Dovette però desistere dalla forsennata ricerca della donna ideale con la quale instaurare un profondo rapporto carnale e spirituale poiché la sua famiglia lo richiamò all'ordine. Mentre viveva in solitudine all'interno di un bugigattolo sulle rive di un fiume, ricevette la visita di un messo recante una lettera, attorcigliata ad un piccione viaggiatore, dei suoi genitori. Augustus doveva recarsi ad una cena la sera stessa.
Non vedeva la famiglia da parecchio tempo e decise così di accettare l'invito.
La vista della sua dimora gli scaldò il cuore... ah, il suo letto caldo... le sue trapuntine di organza!
Ma la cena, come spesso accade nelle famiglie dei benpensanti, si rivelò essere un'astuta trappola per farlo tornare sulla retta via. E il tutto dinnanzi ad una buona zuppa calda d'orzo, pietanza molto in voga tra le famiglie bene dell'alta aristocrazia prussiana.
"Augustus, mi passi un po' di quella deliziosa salsa?" disse il padre. "E quando la smetterai di fare il degenerato?" aggiunse subito dopo aver ricevuto la scodellina.
"Giammai padre! La mia via è la copulazione e nessuno mai riuscirà ad impedirmelo!" urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo il giovine rampollo. "E sappi che troverò anche la donna ideale con la quale instaurare del sano rapporto carnal-spiritual".
"Diamine donna... hai partorito un essere alquanto spregevole" disse il padre furente rivolto alla madre, la quale in risposta sbattè a terra il tovagliolo in segno di disprezzo.
"Ma non lo vedi, Augustus, che le donne son ora tutte attorniate da baldi giovinotti veterani di guerre eroiche, mentre tu sei un omuncolo giallognolo in volto e senza speranza alcuna di incutere in una fanciulla quel buon senso orgasmico che solo un esperto uomo d'armi potrebbe donar loro???" disse la madre con un arguto giro di parole.
"Mah, sarà..." disse Augustus ben pensando di tener celato il suo "grosso" segreto riposto con cura nelle braghe del "di sotto". (ricordo infatti che il buon Augustus aveva un gran dono nelle zone umide e tropicali e le donzelle ne erano sempre alquanto attratte).
In preda ad una crescente rabbia, Augustus decise di terminare quella cena esternando un rumor di corpo viscerale in segno di stizza e scappando fuor di casa in un battibaleno.
"Che villano! Che mascalzone!" dissero in coro madre & padre portandosi con rispettosa vergogna il tovagliolo dinnanzi alla bocca.
"Rodolfo, libera i cani!" urlò dopo poco il padre con tono perentorio, rivolgendosi al maggiordomo.
E fu così che Augustus superò diversi record di velocità e di salto agli ostacoli fuggendo dalla sua casa e rifugiandosi nel bugigattolo in riva al fiume, che nel frattempo era stato utilizzato da dei senza dimora per crearvi un piccolo circo delle pulci.
Non vi tengo nascosto il disgusto di Augustus nel dover ripulir tutta la sporcizia presente, ma in fin dei conti era libero ora.
Il rientro negli agi fu un errore imperdonabile per lui che, rampollo ormai decaduto, voleva solo una cosa: la libertà. Quindi decise di festeggiar la ritrovata speme con una caccia alla donzella come ai vecchi tempi. Si mise quindi alla ricerca di gentil sesso in ogni dove, dalle locande ai negozi di brugole, ma con orrore scoprì che tutte erano ormai state accalappiate dai reduci di guerra. Il suo spirito crollò tutto d'un pezzo e decise di poggiarsi sul muro di una chiesa con un gruppo di musicanti un po' strani. Indossavano delle gabbie per uccelli in testa e danzavano con strani passi e strani versi. Ad Augustus sembrava un luogo già visto. Alzò gli occhi e vide un Gesù in sasso con delle mani poste in avanti in segno di discolpa.
Un senso di deja-vu lo colse. E lo lasciò sgomento per un bel po' di ore. Quando si riprese, vide davanti a lui una ragazza alquanto bizzarra. Gli occhi erano celesti come il cielo d'inverno e i capelli paglierini come la paglia in un fienile senza mucche. E gli sorrise. Il suo cuore palpitò e riprese a sentir crescere in lui la speme di aver trovato una ragazza piacente e forse libera. Si fece sotto con un ardore senza eguali e disse a lei "Dolce fanciulla dai capelli color fieno e dagli occhi come il cielo... sei stupenda, la ragazza della mia vita! Io voglio te per sempre per un futuro insieme! Ti prego o dolce e baldanzosa fanciulla... amami!" la dolce fanciulla sorrise ancora di più e stava per proferir parola quando Augustus si lasciò andare ad un vecchio vizietto dei tempi andati, ossia il dire cose fuori luogo al momento inopportuno. E disse "osserva di giù il mio enorme dono come reclama il tuo corpo!". Un rumore secco e sordo scosse il centro città. Augustus venne ritrovato esanime per terra con il segno di una mano ben visibile e ben calcato sul suo volto.
"Perdinci, codesto non è un dono!!!! E' una maledizione!" urlò in faccia al suo soccorritore, un simpatico omino canuto con vesti multicolori che per svegliarlo praticò al buon Waccher una respirazione bocca bocca d'altri tempi. "Caro, non aver timore... ci sono qui io. Il tuo non è una maledizione, non dirlo mai più schiocchino""Vieni, vieni a casa mia, che ti curo questo malanno". Disse con voce stranamente suadente.
"Codesto omino è davvero gentile. Che bontà di spirito! Cià, andiamo a farci medicare nella sua dimora". Pensò stoltamente Augustus.
Quello che non sapeva era che una nuova moda era nata nella civiltà Prussiana dell'epoca. E tutto per colpa della guerra e della fratellanza morbosa tra uomini durante il conflitto.
L'orrore si dipinse sul suo volto quando realizzò.
Ma fu troppo tardi.
wahwahwahwahwahwah!!!!!!!!!!!
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